Le Scienze
http://www.lescienze.it/news/2013/05/07/news/rilassamento_cambiamento_profilo_espressione_geni-1644654/
Vedi anche http://www.lescienze.it/archivio/articoli/1972/05/01/news/fisiologia_della_meditazione-540313/ (mutamenti nel metabolismo durante la meditazione trascendentale)
Gli effetti positivi delle tecniche di rilassamento - dalla meditazione (TM) allo yoga fino alla preghiera - sono legati a un aumento dell'espressione dei geni che presiedono alla produzione di insulina e di ATPasi mitocondriale, un enzima coinvolto nella generazione di energia, e nella contemporanea riduzione dell'espressione dei geni che modulano alcuni processi infiammatori che possono scatenare l'apoptosi e l'autofagocitosi cellulare L'espressione dei geni coinvolti nella funzione immunitaria, nel metabolismo energetico e nella secrezione di insulina viene rapidamente alterata dalla risposta di rilassamento indotta nell'organismo da pratiche come lo yoga, la meditazione, il biofeedback e la preghiera. E' questa la conclusione di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital e Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School diretti da Herbert Benson e Towia Libermann, che firmano un articolo su “PloS ONE”. RR (Relaxation Response)Mentre la risposta fisiologica allo stress, che è correlata al comportamento “combatti o fuggi”, è stata oggetto di numerosissimi studi che ne hanno chiarito i meccanismi, i processi biologici e genetici coinvolti nella risposta fisiologica allo stato opposto, quello di rilassamento, sono ancora oltremodo oscuri, benché varie ricerche abbiano appurato che le pratiche che lo inducono possono avere effetti benefici su ipertensione, ansia, diabete e invecchiamento.
In questo studio i ricercatori si sono concentrati sul profilo temporale di espressione di circa 22.000 geni in un gruppo di 26 volontari senza alcuna esperienza nelle pratiche di rilassamento. Successivamente ai volontari è stato fatto seguire un corso per l'apprendimento di una delle diverse tecniche di rilassamento disponibili, per testarne quindi nuovamente il profilo di espressione genica subito prima e subito dopo una seduta di rilassamento. I dati raccolti sono stati infine confrontati anche con quelli - ottenuti in occasione di un'analoga seduta di rilassamento - relativi a un gruppo di persone che praticava da tempo tali tecniche.
Benson e colleghi hanno così scoperto che la risposta di rilassamento induce una sovraespressione dei geni che controllano l'enzima ATPasi e l'insulina, consentendo
un aumento della produzione di energia da parte dei mitocondri - che permette alla cellula di far fronte con maggiore efficienza al fabbisogno sotto stress - e una parallela diminuzione della produzione di radicali liberi.
La risposta di rilassamento fa sì che lo stress ossidativo sia attenuato anche dalla sottoregolazione dei percorsi biomolecolari legati al fattore di trascrizione NF-κB (nuclear factor kappa-light-chain-enhancer of activated B cells), coinvolto nei processi infiammatori e nella risposta immunitaria. Ciò comporta una riduzione dei fenomeni di apoptosi (o morte cellulare programmata) e di autofagocitosi, che vengono innescati quando l'apparato mitocondriale della cellula entra in crisi.
Dallo studio emerge anche che, mentre gli effetti della risposta di rilassamento sono più marcati in chi pratica da maggior tempo le relative tecniche, questi effetti sono indipendenti dalla tecnica adottata, che si tratti di meditazione, yoga o preghiera.
Long-term RR practice, moreover, upregulated pathways associated with genomic stability such as telomere packing, telomere maintenance and tight junction interaction. Telomere dysfunction can cause disruption of mitochondrial regulators and cause mitochondrial compromise that ends in apoptosis [62]. Findings of several recent studies support our notion that mind/body interventions such as RR may enhance telomerase pathways. For example, a 3 month meditation intervention in 30 participants resulted in increased immune cell telomerase activity when compared to 30 matched control subjects. In contrast, psychological stress has been linked to reduced telomerase activity, shortening of telomeres, and accelerated cell aging. Telomere length has been linked to insulin resistance and our findings of insulin signaling as a key target that is upregulated progressively as the time of RR practice increases corroborates this association
Lo studio, durato nove anni, è stato condotto su 201 pazienti afro-americani con età media di 59 anni, sofferenti di stenosi coronarica assegnati in modo casuale a uno di due gruppi: il primo praticava le tecniche di Meditazione Trascendentale, il secondo seguiva corsi di educazione alla salute che facevano riferimento ai fattori di rischio tradizionali e portavano a modificazioni della dieta e a un aumento dell'esercizio fisico. Durante questo periodo, i partecipanti allo studio hanno continuato ad assummere i farmaci per i fattori di rischio di malattie cardiovascolari, tra cui anti-ipertensivi e farmaci contro le iperlipidemie, eventualmente prescritti.
"Questi risultati costituiscono la più significativa documentazione finora prodotta delle possibilità di intervento sulle relazioni mente-corpo nelle malattie cardiovascolari, e indicano che la riduzione dello stress con la tecnica TM è un approccio efficace nella prevenzione delle malattie cardiache ", ha detto Robert Schneider, uno degli autori.
L'effetto, osservano i ricercatori, è sempre rilevabile, "tuttavia, è maggiore nei soggetti che stanno assumendo regolarmente i farmaci standard", ha detto Schneider.
"Di conseguenza, la meditazione dovrebbe essere considerata un complemento e non un sostituto delle consuete cure mediche", ha concluso Theodore Kotchen che ha partecipato allo studio. (gg)
"Questo è il primo studio che mostra che un breve addestramento alla meditazione può ridurre drasticamente la sensazione di dolore sia l'attivazione cerebrale correlata al dolore", ha detto Fadel Zeidan, primo autore dell'articolo.
Per lo studio 15 volontari sani che non avevano mai praticato attività di meditazione, hanno seguito quattro lezioni di 20 minuti ciascuna per apprendere la tecnica cosiddetta di attenzione focalizzata, una forma di meditazione in cui le persone sono invitate a concentrarsi sul proprio respiro distraendole da pensieri ed emozioni.
Prima e dopo le lezioni l'attività cerebrale dei volontari è stata controllata con una particolare tecnica di visualizzazione, la risonanza magnetica ASL (arterial spin labeling magnetic resonance imaging) che permette di rilevare processi cerebrali di più lunga durata rispetto a quella standard. Durante la scansione un'apparecchiatura posta sotto la gamba destra dei soggetti produceva per 5 minuti su una piccola area della loro pelle un calore dolorifico, raggiungendo una temperatura di 50 °C, che nella maggior parte delle persone provoca dolore.
Le scansioni successive alle sedute di meditazione mostravano una riduzione del livello del dolore provato dai partecipanti variabile fra l'11 e il 93 per cento. In particolare le scansioni hanno messo in evidenza una riduzione significativa dell'attività della corteccia somato-sensoriale, un'area fortemente coinvolta nella genesi della sensazione di dolore.
La ricerca ha anche evidenziato che la meditazione aumentava l'attività in altre aree, fra cui quella del cingolo anteriore,
dell'insula anteriore e della corteccia fronto-orbitale. "Tutte queste aree plasmano il modo in cui il cervello costruisce l'esperienza del dolore a partire dai segnali nervosi provenienti dal corpo", osserva Robert C. Coghill, che ha diretto la ricerca.
"Quanto più queste aree erano attivate, quanto più risultava ridotta la sensazione di dolore. Una delle ragioni per cui la meditazione può essere stata così efficace nel bloccare il dolore è che non agisce su una singola regione del cervello, ma su più livelli del processo."
http://www.lescienze.it/news/2011/06/29/news/meditazione_trascendentale_e_malattie_cardiovascolari-551509/
Meditazione trascendentale e malattie cardiovasculari
Le persone affette da malattie cardiovascolari che praticano le tecniche di riduzione dello stress messe a punto dalla Meditazione Trascendentale hanno tassi di mortalità per infarto e ictus inferiori del 47 per cento rispetto ad analoghi pazienti che hanno seguito un programma di educazione alla salute. E' questo il risultato di uno studio condotto presso il Medical College of Wisconsin, a Milwaukee, pubblicato sugli Archives of Internal Medicine.Lo studio, durato nove anni, è stato condotto su 201 pazienti afro-americani con età media di 59 anni, sofferenti di stenosi coronarica assegnati in modo casuale a uno di due gruppi: il primo praticava le tecniche di Meditazione Trascendentale, il secondo seguiva corsi di educazione alla salute che facevano riferimento ai fattori di rischio tradizionali e portavano a modificazioni della dieta e a un aumento dell'esercizio fisico. Durante questo periodo, i partecipanti allo studio hanno continuato ad assummere i farmaci per i fattori di rischio di malattie cardiovascolari, tra cui anti-ipertensivi e farmaci contro le iperlipidemie, eventualmente prescritti.
"Questi risultati costituiscono la più significativa documentazione finora prodotta delle possibilità di intervento sulle relazioni mente-corpo nelle malattie cardiovascolari, e indicano che la riduzione dello stress con la tecnica TM è un approccio efficace nella prevenzione delle malattie cardiache ", ha detto Robert Schneider, uno degli autori.
L'effetto, osservano i ricercatori, è sempre rilevabile, "tuttavia, è maggiore nei soggetti che stanno assumendo regolarmente i farmaci standard", ha detto Schneider.
"Di conseguenza, la meditazione dovrebbe essere considerata un complemento e non un sostituto delle consuete cure mediche", ha concluso Theodore Kotchen che ha partecipato allo studio. (gg)
Effetti analesici
Le tecniche di meditazione sono effettivamente in grado di indurre notevoli effetti analgesici: lo attesta uno studio condotto Wake Forest Baptist Medical Center Meditation i cui risultati sono pubblicati in articolo sulJournal of Neuroscience."Questo è il primo studio che mostra che un breve addestramento alla meditazione può ridurre drasticamente la sensazione di dolore sia l'attivazione cerebrale correlata al dolore", ha detto Fadel Zeidan, primo autore dell'articolo.
Per lo studio 15 volontari sani che non avevano mai praticato attività di meditazione, hanno seguito quattro lezioni di 20 minuti ciascuna per apprendere la tecnica cosiddetta di attenzione focalizzata, una forma di meditazione in cui le persone sono invitate a concentrarsi sul proprio respiro distraendole da pensieri ed emozioni.
Prima e dopo le lezioni l'attività cerebrale dei volontari è stata controllata con una particolare tecnica di visualizzazione, la risonanza magnetica ASL (arterial spin labeling magnetic resonance imaging) che permette di rilevare processi cerebrali di più lunga durata rispetto a quella standard. Durante la scansione un'apparecchiatura posta sotto la gamba destra dei soggetti produceva per 5 minuti su una piccola area della loro pelle un calore dolorifico, raggiungendo una temperatura di 50 °C, che nella maggior parte delle persone provoca dolore.
Le scansioni successive alle sedute di meditazione mostravano una riduzione del livello del dolore provato dai partecipanti variabile fra l'11 e il 93 per cento. In particolare le scansioni hanno messo in evidenza una riduzione significativa dell'attività della corteccia somato-sensoriale, un'area fortemente coinvolta nella genesi della sensazione di dolore.
La ricerca ha anche evidenziato che la meditazione aumentava l'attività in altre aree, fra cui quella del cingolo anteriore,
"Quanto più queste aree erano attivate, quanto più risultava ridotta la sensazione di dolore. Una delle ragioni per cui la meditazione può essere stata così efficace nel bloccare il dolore è che non agisce su una singola regione del cervello, ma su più livelli del processo."
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