domenica 8 novembre 2015

Zenzero. antidolorifico naturale

Uno studio recente ne ha confermato lo stesso effetto antinfiammatorio di altri comuni farmaci antidolorifici come il cortisone, senza causare effetti collaterali
26 febbraio 2015
A synoviocyte model for osteoarthritis and rheumatoid arthritis: response to Ibuprofen, betamethasone, and ginger extract-a cross-sectional in vitro study.
Abstract
Se da anni le virtù benefiche dello zenzero sono note alla medicina ayurvedica che lo utilizza come rimedio in caso di affaticamento, nausea e problemi digestivi, oggi una ricerca ne conferma anche la potente efficacia antinfiammatoria, al pari dei tradizionali medicinali antidolorifici. Una recente ricerca condotta dall’Università di Copenhagen ha dimostrato che questa radice originaria delle regioni tropicali dell’Asia svolge un’azione antinfiammatoria più potente nel trattare gli stati infiammatori dei più comuni farmaci come l’ibuprofene e il betametasone (cortisone).
Dallo studio, condotto su pazienti affetti da osteoartrite e artrite reumatoide, è emerso che l’ibuprofene non ha alcun effetto sulla produzione di citochine, le molecole che possono avere effetti infiammatori sul corpo e quindi causare dolore. Al contrario, l’estratto di zenzero e il betametasone hanno dimostrato di avere la stessa efficacia nel ridurre le citochine. Ma, a parità di effetti antinfiammatori, l’assunzione di zenzero ha il vantaggio di non avere gli spiacevoli effetti collaterali causati invece dal cortisone, come gonfiore, aritmia, disturbi del sonno e debolezza muscolare.
Non è la prima volta che l’estratto di zenzero viene preso in considerazione per le sue proprietà benefiche. Un altro studio condotto dall’Università del Michigan ne ha dimostrato anche le proprietà antitumorali, sia nel sopprimere le cellule aggressive del cancro all’ovaio sia a inibire la crescita del cancro alla prostata. Senza dimenticare poi l’infuso di zenzero, utile per la prevenzione della nausea causata dalla chemioterapia. Oltre alle sue proprietà antinfiammatorie e antitumorali, lo zenzero è un alimento molto prezioso per aiutarci a combattere i malanni di stagione e accelerare la guarigione: mangiare un pezzetto di zenzero fresco per esempio è un ottimo rimedio per alleviare in poco tempo il mal di gola, mentre per calmare la tosse e il raffreddore può essere utile preparare una tisana con la radice tritata in un pentolino pieno d’acqua e lasciarla sobbollire a fuoco lento per 45 minuti. Può essere consumata calda o fredda.
Per godere degli effetti benefici dello zenzero bisognerebbe assumerne una quantità compresa tra i 10 e i 30 grammi al giorno: dunque non resta che seguire i consigli degli esperti e introdurlo nella propria dieta quotidiana. In cucina, a fettine o grattugiato, è perfetto per aromatizzare zuppe, pesce e verdure. In polvere, invece, è ideale per arricchire dolci e frittelle. Da provare.
Silvia Tatozzi
This study aimed at determining if synovial cell cultures from rheumatoid arthritis (RA), osteoarthritis (OA), and healthy controls (HC) differ and are suitable disease models in pharmacological studies, and tested their response to some anti-inflammatory drugs. Synovial cells were isolated from synovial membrane or joint fluid. Cells were cultivated and exposed to no or TNF-α stimulation without, or in the presence of, betamethasone, ibuprofen, or a standardized ginger extract. Concentrations of a panel of cytokines, growth factors, and chemokines were mapped for each culture and condition. Our cells secreted an increased amount of the cytokines IL-1β, IL-6, and IL-8 in response to TNF-α stimulation in all conditions. OA cells showed a higher IL-6 and IL-8 and a lower IL-1β production, when not stimulated, than RA and HC cells, which were similar. TNF-α stimulation caused similar IL-1β, IL-6, and IL-8 release in all groups. Ibuprofen showed no effect on cytokine production, while ginger extract was similar to betamethasone. Ginger extract was as effective an anti-inflammatory agent as betamethasone in this in vitro model. Cultured fibroblast-like synoviocytes from OA and RA subjects promise to be a useful pharmacological disease model, but further studies, to support results from such a model are needed.


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