domenica 22 novembre 2015

Sistema immunitario riconoscimento del se.

vedi articoli le scienze 

http://www.lescienze.it/archivio/articoli/1991/12/01/news/come_il_sistema_immunitario_impara_a_riconoscere_il_se_-545433/

http://www.lescienze.it/archivio/articoli/1993/10/01/news/l_inattiv_azione_dei_linfociti_t-545837/


Questo riassunto è una traccia che ho fatto per capire meglio il processo delle malattie autoimmuni, e per capire anche come l'alimentazione e i batteri della flora intestinale possano interferire. ( mi scuso con chi ne sa più di me per eventuali errori od omissioni)


linfociti T prodotti nel Timo dove rimangono fino al termine della maturazione. 
Linfociti B si formano nel midollo osseo. Questi linfociti inviano i propri recettori direttamente nel sangue. 
Maturazione fase di verifica e controllo della capacità di riconoscere il sé.
Linfociti T apparentemente e strutturalmente simili, ma non uguali. Sulla loro superfice ci sono recettori diversi uno dall altro con una variabilità molto accentuata, anche 100 milioni di differenze.
I linfociti T che non superano l'esame (maturazione) subiscono una delezione (vengono eliminati)
Ogni clone di linfocita non è un vero clone perché si differenzia a causa delle migliaia di copie di un particolare recettore proteico posto sulla membrana cellulare che rende ogni linfocita T unico. Il recettore è la serratura capace di intecettare le chiavi presenti su altre cellule o proteine o parti di proteine  proprie o estranee (antigeni). 
Il recettore è formato da una parte costante e una variabile .
Il linfociti T si distinguono in linfociti T (citotossici) Killer aggressivi verso infezioni virali o batteriche  o mutazioni genetiche ( le cellule del corpo hanno la capacita di degradare in  peptidi e trasportare sulla loro superficie anche solo parti di virus o geni o proteine che vengono demolite all'interno della cellula o che sono entrate nella cellula) Il linfociti T killer riconoscono queste parti attaccano la cellula infettata o difettosa e la distruggono. 
I peptidi derivanti da demolizione di proteine virali o per mutazioni genetiche si legano a una molecola MHC (major histocompatibility complex) di due tipi tipo 1 capace di trasportare in superfice proteine prodotte all'interno della cellula. e di tipo 2 proteine (tossine batteriche) che sono entrate nella cellula dall'esterno. 
Le molecole MHC trasportano i peptidi sulla membrana in modo che i linfociti T possano riconoscerli.

Ogni recettore presente sulla membrana del linfocita è composto da due catene polipeptidiche codificate da due geni distinti, la catena alfa identica per tutti i linfociti e una catena beta con una variabilita molto accentuata

Quando una serratura (recettore) incontra la sua chiave (Peptide legato alla molecola MHC) allora il linfocita T si attiva e inizia la duplicazione di linfociti T attivi con lo specifico recettore per quel virus o quella tossina. L'attivazione completa avviene quando anche il recettore CD8 identico su tutti i linfociti si lega alla molecola MHC ma in un sito differente da quello in cui si lega il recettore alfa-beta.

Un'altra classe di linfociti T. I T helper si differenziano dai T killer per il corecettore che non è CD8 ma bensì CD4.

Linfociti T Killer recettore alfa-beta e corecettore CD8 si legano a MHC di classe  1 e peptidi derivanti da proteine assembate all'interno della cellula.

Linfociti T Helper recettore alfa-beta e corecettore CD4 si legano a MHC di classe  2 e peptidi derivanti da proteine ingerite dall'esterno della cellula.

I linfociti T helper collaborano anche con i linfociti B. (I macrofagi eliminano molte sostanze come proteine tossiche in modo non specifico, nel sangue dovrebbero circolare solo aminoacidi e non peptidi o proteine) lo stesso fanno i linfociti B. All'interno dei macrofagi e dei linfociti B la tossina viene degradata e i peptidi trasferiti in superficie dalla molecola MHC di tipo 2 (prodotti di origine esterna alla cellula) Quando i recettori alfa beta dei linfocciti T helper e il corecettore CD4 si legano alla molecola MHC il linfocita T pre helper si attiva e inizia la duplicazione di linfociti T helper attivi che emettono interleuchine che stimolano i linfociti B a dividersi con i loro anti corpi specifici. 

I recettori alfa beta a la molecola MHC sono di una variabilità enorme e il gene che codifica la parte variabile  del recettore codifica porzioni di recettore che poi si assemblano nella cellula figlia in modo casuale originando forse più di 100 milioni di combinazioni diverse. ache la molecola MHC ha un sistema di variabilità ma ogni essere avrà solo due geni che codificano la suddetta molecola.

Visto che i recettori variabili dei linfociti T vengono assemblati in modo variabile alcuni saranno utili, altri inutili altri dannosi che hanno la capacità di legarsi oltre a peptidi presenti anche alla molecola MHC. Processo di maturazioni forse in due tempi con una prima fase dove i linfociti che riconoscono peptidi propri e molecola MHC vengono eliminati (delezione) un'altra fase è lacapacità di non legarsi alla molecola MHC e ai peptidi (inutili muoino dopo 3 giorni) Ultimi si legano alla molecola MHC ma non ai peptidi utili ( se legano il recettore è CD8 diventano T killer, se lega il recettore CD4 diventa T Helper. 

Il processo di delezione presuppone che all'interno del timo si trovino tutti i tipi di peptidi del corpo. Se così fosse non ci sarebbero processi autoimmuni perchè tutti i linfociti dannosi sarebbero distrutti. quindi è possibile che il processo di delezione comprenda anche altri organi al di fuori del timo.

I linfociti T regolatori, modulano la reazione impedendo una risposta esagerata.

Altri meccanismi di regolazioni prevedono che dopo il riconoscimento di un corpo estraneo ma senza altri riconoscimenti il linfocita entri in uno stato di anergia e quindi non reagisca alla sostanza. Per l'attivazione sono necessari ESTRANEITA e ADIUVANZA

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